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BUONA VISIONE
Stoccolma. Il commissario Jonna Linna è chiamato ad indagare su un triplice omicidio all'interno di una famiglia. Il padre è stato ucciso nella palestra in cui è istruttore e la moglie e la figlia minore nella loro abitazione. L'unico sopravvissuto, ma in coma, è Josef il figlio maggiore. C'è però anche una sorella che vive da sola e che potrebbe costituire il prossimo bersaglio dell'assassino. Linna ha bisogno di avere indizi e chiama quindi al capezzale del ragazzo l'ipnotista Erik Maria Bark il quale ha smesso di esercitare in seguito a uno scandalo. Erik Maria cerca, con qualche successo, di far parlare il ragazzo ma mette così in pericolo la propria famiglia.
Lars Kepler (pseudonimo di Alexander e Alexandra Ahndoril) sta alla base, con il suo romanzo omonimo, di questo ritorno a casa di Lasse Hallström. Dopo i successi hollywoodiani che hanno richiesto più di un compromesso per il regista che abbiamo conosciuto ai suoi esordi con l'interessante e un po' 'anomalo' La mia vita a quattro zampe, Hallström (pur nella realizzazione di un film che si colloca nell'ambito del cinema di genere) trova un rigore narrativo che ultimamente non era tra le sue doti più evidenti. Si sente già dalle scelte di ripresa l'influsso di quel filone letterario che ha in Stieg Larsson e in Henning Mankell gli autori di punta e che il cinema e la televisione hanno cominciato ad avvicinare allontanandosi in qualche misura dagli stereotipi narrativi che spesso il cinema made in Usa tende a replicare.
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